Lettera aperta dello staff italiano di Emergency al Governo italiano
Noi collaboratori italiani di Emergency ci sentiamo direttamente lesi, nella nostra dignità professionale ed umana, dalle aggressioni che provengono da membri influenti delle Istituzioni afgane e dall'inquietante reticenza di quelle italiane.
Consideriamo gravissimo che il nostro Governo non abbia immediatamente smentito le infamanti illazioni che descrivono Emergency come fiancheggiatrice di terroristi e di Al-Qaeda. Accuse non confutate neanche nella odierna relazione del Ministro degli Esteri alla Camera dei Deputati.
Lo sdegno è rivolto anche agli esponenti della maggioranza e dell'opposizione (nostri rappresentanti) nonché a quei mezzi di informazione che in questi giorni vergognosamente hanno indirizzato specifiche ed infondate accuse contro di noi ed il nostro lavoro. Questo, in qualunque parte del mondo si svolga, è finalizzato insieme a quello di medici ed infermieri, alla cura quotidiana di tutte le vittime delle guerre e delle violenze terroristiche. Nel caso di Emergency, accusando l'Associazione si accusano tutte le singole persone che con essa collaborano.
Al nostro collega Rahmatullah, a tutti i nostri colleghi in Afghanistan, a tutti gli afgani che in questi anni abbiamo conosciuto e che ci hanno conosciuto esprimiamo la nostra solidarietà: nessuna distanza potrà alterare questo legame affettivo e professionale.
Noi, da cittadini italiani, chiediamo al nostro Governo se, in quanto collaboratori di Emergency, ci ritenga "fiancheggiatori di terroristi".
Lo staff italiano di Emergency ONG/Onlus
Roma, 12 aprile 2007
Il deputato di An Maurizio Gasparri punta il dito sul fondatore di Emergency. «Invece di fare polemiche con i governi di tutto il mondo, Gino Strada spieghi se sono fondate le accuse delle autorità afgane nei confronti del mediatore di Emergency Hanefi..... (Il Tempo)
RispondiEliminaQUALSIASI COMMENTO E' SUPERFLUO!
Quanto è successo in Afghanistan è grave. E' grave che la nostra politica abbia prima chiesto l'aiuto di Emergency e poi abbia ignorato quanto accaduto. La nostra politica internazione, il nostro peso specifico, è praticamente zero. Non abbiamo credibilità. Nè autorità. Il nostro modo di porsi va rivisto. Invece di mandare soldati a combattere per il mondo, pensando con ciò di esportare pace e benessere, dobbiamo chiederci (come italiani) quali sono i valori che vogliamo trasmette. A me personalmente piacciono molto più quelli di Emergency che quelli dell'apparato militar/politico.
RispondiEliminaStrada: ''Hanno fatto di tutto per cacciarci''
RispondiElimina"Gli ospedali di Kabul, del Panjshir e di Lashkargah sono chiusi. I pazienti sono stati tutti dimessi dopo aver ultimato tutte le cure di cui necessitavano. Ma siamo pronti a riaprire in ogni momento. Emergency potrà tornare in Afghanistan solo quando il governo di Kabul garantirà la sicurezza al nostro personale, non con le parole, ma con i fatti, a cominciare dalla scarcerazione di Hanefi". "Emergency, soprattutto nel sud del paese, era percepita come una presenza scomoda. Era, anzi, l’unica presenza scomoda rimasta in zona di guerra. Il solo fatto di curare i civili vittime dei bombardamenti aerei della Nato è una cosa sgradita a molti"
Il link per leggere l'intervista di Gino Strada su Peace Reporter è il seguente:
RispondiEliminahttp://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=7854