Piccole storie, grandi personaggi, fanno pensare che forse un mondo migliore è possibile. Ani Choying Dolma.
Nata in Nepal, a Katmandu nel 1971, Ani è ancora una bambina quando, costretta a subire dal padre ogni tipo di violenza, decide di non sposarsi mai e di entrare in un monastero. Lì cresce, supera odio e rancori e riacquista la serenità. Ha una voce bellissima, trova un maestro che la incoraggia e comincia a cantare i mantra della tradizione contemplativa buddista. E' determinata, s'impegna al massimo e presto sente di poter uscire dai confini del monastero. E crea la Nuns Welfare Foundation, un'organizzazione non governativa per la formazione e una scuola per giovani monache. La sua via cambia ancora una volta ed è un musicista americano a incoraggiare e ad affinare ancora le sue doti canore. Fino all'eccellenza. Lei ha talento e, mentre lotta per la libertà delle donne e sostiene progetti umanitari per migliorare la condizione femminile, conquista con la sua voce grandi della musica del calibro di Tina Turner, Tracy Chapman o Céline Dion e diventa una star internazionale. "Sono felice che le mie canzoni siano ascoltate. Non si tratta di sete di successo, né di vanità: non mi interessa nulla di tutto questo. Quello che mi fa piacere è che il mio messaggio sia recepito. Tutti i miei canti parlano d'amore, di condivisione, trasmettono un messaggio di speranza. E più vengono diffusi, più ne sono soddisfatta. Il mio strumento è la voce. Conduco una lotta: contro la povertà e l'ignoranza che fanno sì che in Nepal e nel Tibet alcune ragazze buddiste siano costrette ad abbracciare la religione per evitare l'inferno. Diventare monaca per non essere trasformata in schiava della casa, per non essere data in sposa a un uomo rozzo che la picchierà e la farà lavorare come un mulo. È una storia che conosco bene: sono una di loro". (da Repubblica)
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