sabato 23 gennaio 2010

NO AGLI OGM



Una volta tanto una buona notizia. Ma è stata vinta una battaglia, la guerra continua. Le multinazionali che spingono sugli OGM sono potentissime e ci riproveranno. Noi che con la Spagna siamo i principali produttori in Europa di prodotti biologici, noi che curiamo ed appreziamo la qualità della tavola, della cucina e dei buoni prodotti mediterranei, che bisogno abbiamo degli OGM? Dobbiamo incrementare la produzione? Abbassare i prezzi? Vogliamo sputtanare ancora di più questo povero paese? Intanto rilassiamoci e per il momento godiamoci i prodotti OGM free. L'articolo è ripreso da questo sito.
Ogm, indietro tutta. Salta il documento che _ sulla carta _ poteva aprire alla “coesistenza” di coltivazioni ogm e coltvazioni tradizionali, dando il via libera nel nostro Paese _ sulla carta _ alle piante geneticamente modificate. Ben 15 regioni si sono dichiarate “ogm free” ed era impensabile che da da loro venisse il via libera, e infatti il documento aveva semmai l’intenzione di aprire formalmente agli Ogm per poi consentire alle regioni che lo desideravano di bloccare le coltivazioni. ma le polemiche, innescate da verdi e ambientalisti, sono divampate e così, dopo varie versioni del testo, si è deciso di bloccare tutto e rinviare la questione a tempi futuri.
La decisione del ritiro del documento di indirizzi sulla coesistenza tra ogm e colture tradizionali, che era all’esame in adempimento di un’indicazione dell’Unione europea, è avvenuta su proposta dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Tiberio Rabboni. La riunione odierna, cui hanno partecipato gli assessori regionali alla sanità e il sottosegretario all’agricoltura Antonio Buonfiglio, era in preparazione della conferenza Stato – Regioni in programma il 28 gennaio.
«Come rappresentante di una Regione Ogm free – ha spiegato Rabboni – ho chiesto che prima di procedere all’esame del documento di indirizzi venga avviata una grande consultazione con i rappresentanti del mondo agricolo italiano, dei produttori biologici, degli ambientalisti e dei consumatori. Solo dopo questo confronto le Regioni decideranno il da farsi in sintonia con l’opinione pubblica italiana». .....
Nettamente contrario, come era nelle cose, era stato il commento di Andrea Ferrante, presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica: «L’agricoltura ed i consumatori italiani rimangono in maniera netta e chiara contrari all’introduzione nelle nostre campagne di organismi geneticamente modificati. Da questo punto di vista, nulla è cambiato. Quello che cambia – continua Ferrante – è il contesto europeo sempre più scettico verso gli OGM, che giorno dopo giorno diventano una tecnologia sorpassata e di scarso interesse. I pericoli di contaminazione sono ancora tutti presenti e l’indeterminazione degli studi scientifici non dà assoluta certezza di poter avere una coesistenza sicura fra OGM e non. Sulla base di tutto questo è assolutamente prematura che la Conferenza Stato Regioni si pronunci su un tema che richiede molto tempo di approfondimento dal punto di vista tecnico, oltre ad essere nettamente rifiutato dalla società italiana ed europea».
Contrario anche il ministro delle Poltiche Agricole, Luca Zaia. “Condivido cio’ che sostiene il presidente di Slow Food, quando chiede si lavori con cautela e attenzione attorno al documento di coesistenza che la Conferenza Stato Regioni e’ chiamata ad approvare in questi giorni. Da sempre sostengo la necessita’ di tutelare le produzioni identitarie, che sono strategiche in questo Paese”. ”Il mio personale punto di vista non e’ cambiato- ha detto Zaia- sono contrario alle multinazionali che sostengono l’uso indiscriminato degli organismi geneticamente modificati. Impoverirebbe la nostra agricoltura e, consegnando la sovranita’ sulle sementi nelle mani di pochi, ci relegherebbe in una posizione subalternita’ al potere economico delle multinazionali“.

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