Agorà era, nella polis greca, la piazza in cui i cittadini si riunivano per discutere e dibattere dei problemi della comunità e decidere cosa fare. Non sono così presuntuoso. Ma sarei contento di riuscire a parlare, ragionare, discutere con altri navigatori. Contento di porre domande e dare risposte.
mercoledì 14 novembre 2012
Chiamami coi miei veri nomi
PLEASE CALL ME BY MY TRUE NAMES)
di Thich Nhat Hanh
"Non dire che me ne andrò domani -
oggi sono appena arrivato.
Guarda a fondo: attimo dopo attimo, io arrivo
per essere gemma su un ramo, in primavera,
per essere un uccellino, con ali ancora deboli:
sto imparando a cantare, nel mio nuovo nido;
per essere un bruco nel cuore di un fiore,
la pietra preziosa che si cela in un sasso.
Io arrivo di continuo, per ridere e per piangere,
per la paura e per la speranza.
Il ritmo del mio cuore è nascita e morte di tutto ciò che vive.
Sono l'insetto in metamorfosi
sul pelo dell'acqua del fiume.
Sono l'uccello che scende in picchiata e mangia l'insetto.
Sono la rana che nuota allegra
nell'acqua chiara dello stagno.
E sono il serpente silenzioso
che fa della rana il suo pasto.
Sono il bambino in Uganda, tutto pelle e ossa,
le gambe sottili come canne di bambù.
E sono il mercante di armi
che vende ordigni di morte all'Uganda.
Sono la dodicenne
fuggiasca su una piccola barca,
che si getta nell'oceano
dopo che un pirata l'ha violata.
E anche il pirata,
il cuore ancora incapace
di comprendere e di amare.
Sono il membro del Politburo
con enorme potere nelle mani.
E sono l'uomo costretto a pagare
Il debito di sangue al suo popolo,
morendo a poco a poco in un campo di lavoro forzato.
La mia gioia è come la primavera, calda
da far aprire i fiori su tutta la Terra.
Il mio dolore è come un fiume di lacrime,
vasto da riempire i quattro oceani.
Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosi che possa sentire tutti i miei pianti e le mie risa insieme,
che io possa vedere che la mia gioia e il mio dolore
sono una cosa sola.
Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosi che possa risvegliarmi,
e lasciare sempre aperte
le porte del mio cuore:
le porte della compassione. "
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Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace, è oggi insieme al Dalai Lama una delle figure più rappresentative del Buddhismo nel mondo.
Nato in Vietnam centrale nel 1926, ordinato monaco all’età di 16 anni, ha operato fin dalla sua giovinezza affinché il buddhismo portasse pace, riconciliazione e fratellanza nella società.
Nel 1964, durante la guerra in Vietnam, ha dato vita a uno dei movimenti di resistenza nonviolenta più significativi del secolo, i Piccoli Corpi di Pace: gruppi di laici e monaci che si recavano nelle campagne per creare scuole, ospedali e per ricostruire i villaggi bombardati, subendo attacchi da entrambi i contendenti, che li ritenevano alleati del proprio nemico.
Nel 1967, mentre si trovava negli Stati Uniti, è stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King, che dopo averlo incontrato ha preso posizione pubblicamente contro la guerra in Vietnam. Due anni dopo, già costretto all’esilio, ha dato vita alla Delegazione di Pace Buddhista, che ha partecipato alle trattative di pace di Parigi. Dopo la firma degli accordi gli è stato rifiutato il permesso di rientrare nel suo Paese. Si è stabilito in Francia, dove nel 1982 ha fondato Plum Village, comunità di monaci e laici nei pressi di Bordeaux, nella quale tuttora vive e insegna l'arte di vivere in consapevolezza. Ai suoi ritiri partecipano ogni anno migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo.
Solo nel gennaio del 2005, dopo 39 anni di esilio, su invito ufficiale del governo vietnamita ha potuto far ritorno per tre mesi in Vietnam, accompagnato da un folto gruppo di monaci e laici, per un viaggio di riconciliazione e insegnamenti.
I suoi numerosi libri sono stati tradotti in molte lingue. Le edizioni italiane sono pubblicate da Ubaldini, Mondadori e Neri Pozza.
(dal sito Essere Pace)
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