giovedì 18 ottobre 2007

Il Dalai Lama è un pericoloso criminale?

"La pace mondiale si sviluppa attraverso la pace interiore. La pace non è l'assenza della violenza. La pace è una manifestazione della compassione umana".
Questa è la frase del Dalai Lama che è stata riportata sul retro della Medaglia consegnata da Bush a Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, con tutti gli onori e che tanto ha fatto inc...are i cinesi. Un messaggio di pace dalla persona insignita con il Nobel per la Pace. Invece per i cinesi è un pericoloso bandito fanatico.
Dalla Repubblica di oggi:
PECHINO - Il governo cinese ha convocato l'ambasciatore degli Stati Uniti a Pechino per notificargli una nota di protesta contro l'accoglienza tributata al Dalai Lama a Washington. Il leader in esilio dei buddisti tibetani due giorni fa è stato ricevuto alla Casa Bianca dal presidente americano George W. Bush, seppure in forma privata; ieri poi lo stesso Bush ha presenziato, per la prima volta nella storia in un'occasione pubblica, alla solenne cerimonia in Parlamento durante la quale all'ospite è stata conferita la Medaglia d'Oro del Congresso, massima onorificenza civile Usa... La Repubblica Popolare considera il Dalai Lama un pericoloso oppositore secessionista, sebbene l'interessato abbia in più occasioni ribadito di puntare soltanto a una maggiore autonomia per la sua terra. Il Tibet fu invaso dall'Esercito Popolare di Liberazione maoista nel 1949, e annesso unilateralmente un anno più tardi. (l'articolo su La Repubblica )
Se masticate un po' di inglese leggetevi lo speciale sul Tibet della CNN: è molto interessante e ben fatto (per quel poco che capisco d'inglese) .
Domanda finale: cosa ritenete che sia giusto fare? E' giusto "trascurare" il problema dei diritti umani per non compromettere le relazioni commerciali con la Cina?

5 commenti:

  1. Il Dalai Lama è un grande personaggio!! Ed i cinesi sono di 'fori

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  2. il Tibet nel periodo antecedente l'annessione alla Cina non era un modello di libertà e democrazia... era una società feudale in cui il 95% dei tibetani era nella condizione di poter essere venduti come schiavi...
    quando governava il Dalai Lama erano in uso pratiche come il taglio della lingua e delle orecchie... e stiamo parlando di soli 60 anni fa...
    però mi rendo conto che agli USA serva un avamposto per poter tenere meglio sotto controllo il futuro nemico cinese...
    spero per i tibetani che il possibile ritorno del Dalai Lama non rappresenti anche un ritorno di un sistema sociale schiavista... come dire: dalla padella alla brace.
    non dimentichiamoci che in Afghanistan i Talebani avevano il completo appoggio degli USA quando facevano comodo... poi si sono trasformati nel diavolo... ma solo quando gli equilibri si sono rotti.

    saluti (biomirko)

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  3. Biomirko!! Non so dove hai preso queste notizie io non ho letto niente del genere. Forse anticamente facevano queste cose, d'altra parte noi non eravamo da meno!! (es. la santa inquisizione) E' vero che il Tibet viveva in uno stato di isolamanto totale ed era come uno stato feudale indietro di qualche secolo. Ma schiavi...... è contro la filosofia buddista, mai sentito parlare di schiavi tibetani. Ricordiamoci che in Tibet c'erano più monaci che abitanti. E poi il Mondo è cambiato ed anche il Tibet. Ce lo vedi il Dalai Lama, questo Dalai Lama, fare quello che dici? E poi i Talebani non sono i buddisti.

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  4. Nel Tibet dominato dal Dalaï Lama, il potere politico ed il potere religioso erano riuniti in un’unica autorità governativa, diretta emanazione della Divinità.

    A governare era una casta sacerdotale ed un sovrano (Dalaï Lama) considerato come il rappresentante di Dio sulla Terra o meglio, come l'incarnazione del Dio stesso.

    Il Tibet si trovava in una sorta di medioevo feudale, dove il potere sacerdotale era completamente corrotto sul piano politico e assolutamente incapace su quello economico. Ciò implicava il totale ristagno dell'economia e un livello di povertà della popolazione difficilmente riscontrabile in altre parti del mondo. A tutto ciò si andava ad aggiungere una spaventosa arretratezza culturale.

    I dignitari, i nobili, i signori e l'alto clero, meno del 5% di tutta la popolazione, erano proprietari di terre, pascoli e foreste e di quasi tutto il bestiame. Opprimevano ferocemente gli schiavi e i servi che rappresentavano il 95% della popolazione.

    Il popolo era sottoposto a sofferenze intollerabili, viveva in condizioni di estrema povertà per le esorbitanti tasse e imposte, e come non bastasse i dignitari infliggevano a chi osava ribellarsi torture e atroci supplizi.

    I diritti umani erano prerogativa esclusiva della casta privilegiata. I proprietari dei servi e degli schiavi avevano il diritto di affittarli, prestarli, venderli, regalarli o addirittura ipotecarli al gioco.

    Le pagine della storia ci raccontano di quale natura orribile e odiosa fosse quel modello di società, feudale e schiavista, in cui i più elementari diritti dell'uomo erano calpestati da una ristretta casta di eletti che perseguiva soltanto l'arricchimento personale a scapito di tutta la popolazione.

    Questa intollerabile vergogna ha termine nel 1951, con la liberazione del Tibet da parte dell'esercito cinese ed il ritorno di questa regione in seno alla grande Cina. Con il 1959, l'anno delle grandi riforme e dei primi investimenti in quella che è ormai diventata la regione autonoma del Tibet, inizia un periodo di grandi cambiamenti che vanno a toccare tutti gli aspetti della vita sociale.

    L'industria, l'agricoltura e l'allevamento sono sviluppati attraverso piani finanziati dal governo di Pechino, ed è reso totalmente gratuito alla popolazione l'accesso a servizi fondamentali quali l'istruzione e la sanità. E' inutile sottolineare i sensibili miglioramenti del tenore di vita dei Tibetani, che si lasciano così alle spalle l'oscurantismo politico religioso di quella casta di dignitari guidata dal Dalai Lama.

    Con l'inizio del nuovo secolo, lo sviluppo economico e sociale del Tibet ha conosciuto una crescita senza precedenti. Il prodotto interno lordo della regione autonoma ha superato i 30 miliardi di yuans, mentre il PIL pro capite è di 12.000 yuans. La crescita economica tibetana è superiore alla media nazionale cinese ed oggi il Tibet, con la sua produzione di cereali e l'allevamento di carni, è in grado di soddisfare la propria domanda interna.

    Il grande cambiamento avvenuto in questa regione ricorda al mondo che l'abolizione del regime di sovranità del Dalaï Lama, che accentrava nella sua persona il potere politico e religioso in un sistema sociale di tipo feudale e schiavista, e la conseguente applicazione del sistema d'autonomia costituisce la condizione essenziale che permette al Tibet di vivere oggi un grande cambiamento ed un considerevole sviluppo sul piano economico e sociale

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  5. impossibile rispondere a tale idiozia. i tibetani erano un popolo felice prima di essere liberati dai fratelli maoisti, anche se una teocrazia arretrata. vedi sui non proiettare i tuoi fantasmi comunistoidi sul mondo.

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