martedì 25 marzo 2008

Napolitano ed il Dalai Lama

Condivido pienamente quanto scritto da Xavier Jacobelli rigurado alla questione tibetana e la codardia della classe politica italiana. E così rilanco l'articolo apparso su QN.
Se andate sul sito del governo tibetano in esilio (www.tibet.com) e cliccate sulla sezione riservata a Sua Santità il Dalai Lama, trovate il puntiglioso elenco delle personalità mondiali che hanno incontrato il simbolo della lotta del Tibet per la libertà. Naturalmente, non vi figurano né un Capo dello Stato italiano né il presidente del Consiglio in carica né Berlusconi che l'ha preceduto. Stamane, su Repubblica,ha scritto Timothy Garton Ash, uno dei maggiori politologi inglesi, professore di studi europei all'Università di Oxford: "Chiunque abbia vissuto l'esperienza di un regime epressivo, sia esso il Sudafrica sotto l'apartheid, la Cecoslovacchia sotto il comunismo di stampo sovietico o la Birmania sotto l'odierno regime dei generali, sa quanto siano importanti per il popolo oppresso gli atti di riconoscimento simbolico, nei confronti di un Nelson Mandela piuttosto che di un Vaclav Havel o di una Aung San Suu Kyi. Le autorità cinesi sanno che questi incontri hanno un peso altrimenti non spenderebbero tante energie nel tentativo di impedirli".
Il 2 aprile, a Bucarest, si incontrano i Capi di stato e di governo dell'Unione Europea, della quale la Francia di Sarkozy assumerà la guida il 1° luglio. Guarda caso, proprio oggi il signore dell'Eliseo ha fatt sapere a Pechino che il boicottaggio delle Olimpiadi è una possibilità. In attesa del prossimo inquilino di Palazzo Chigi e, soprattutto, in attesa di sapere se, al pari dei predecessori se la farà sotto pensando a Pechino, il presidente della Repubblica Italiana potrebbe invitare il Dalai Lama al Quirinale, ricevendolo con tutti gli onori. Per informare il regime comunista cinese che può organizzare i suoi Giochi sporchi di sangue, di una repressione bestiale e disumana; può censurare internet, la radio, la tv e la foto con le manette al posto dei cinque cerchi che ha sventolato ad Olimpia. Può calpestare i diritti umani. Ma non può più contare sul silenzio indecente della classe politica italiana che tre mesi fa, quando il Dalai Lama arrivò nel nostro Paese, si squagliò senza vergogna, ad eccezione del sottosegretario Vernetti, unico rappresentante del governo a ricevere l'ospite. La fiaccola olimpica ha cominciato il suo viaggio verso la Cina e l'ha cominciato male visto che la Grecia intende processare i coraggiosi reporter senza frontiere che hanno rovinato ai cinesi la recita di Olimpia. E' il momento di manifestare in ogni modo al Tibet tutta la solidarietà e tutto il sostegno che il Tibet merita. Il Presidente Napolitano può compiere un gesto di eccezionale rilevanza. Speriamo lo faccia e lo faccia presto.
(di Xavier Jacobelli su
QN)

In fondo al Blog il video "Tibet the story of a tragedy", un documentario veramente interessante sulla storia del Tibet.

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