mercoledì 30 aprile 2008

Il colpo di coda della Turco sulla legge 40

La legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita ha cambiato radicalmente lo scenario della materia nel nostro paese. Le pressioni della Chiesa Cattolica hanno portato ad avere una delle leggi più restrittive al Mondo, ulteriormente appesantita dalle linee guida. La legge 40 prevedeva una verifica triennale delle linee guida, cosa che ha fatto la ministra uscente. Certo che la pubblicazione avvenuta oggi, subito dopo le elezioni, fa infuriare i teodem della destra ma spettava senz'altro alla Turco provvedere alle verifica triennale. Oltretutto le recenti sentenze dei Tribunali di Cagliari e Firenze e del Tar del Lazio hanno portato a rivedere almeno i punti riguardanti l'analisi preimpianto. Ma il lavoro di revisione è rimasto a metà ed il divario con il resto dell'Europa rimane ben chiaro (l'analisi pre-impianto avrà sempre la limitazione dei 3 ovociti fecondabili e quindi avrà in pratica poca efficacia). Sicuramente qualcuno riprenderà a parlare di eugenetica, che sarà possibile scegliere il sesso, il colore degli occhi ecc..... beh è solo ignoranza e malafede. Tutti sanno che nessuna legislazione al mondo consente di effettuare simili analisi, che oltretutto sarebbero costosissime e con tempi improponibili. Viene soltanto valutato se il pre- embrione è portatore di alcune malattie o disfunzioni che lo porterebbero a non svilupparsi (cioè a morire prima di diventare un feto) o a mettere al mondo bambini con gravissime malattie genetiche ereditarie. Nessuno è obbligato a fare simile scelte così come nessuna donna è obbligata ad abortire. Fanno parte del patrimonio personale e culturale di ciascuno individuo.
D'altra parte la distanza tra la societa civile e le istituzioni politiche e religiose è, anche in questo caso, abissale. Ci vogliono far credere che esite una via cattolica ai temi etici. Eppura una recente ricerca condotta dall'Osservatorio sociale sull'infertilità ha dato responsi diversi: sono cattoliche 8 coppie su 10 tra quante si rivolgono a un centro per la fecondazione assistita. Ma nonostante il loro credo, chiedono una maggiore libertà individuale nella scelta e nelle possibilità offerte dalle tecniche di procreazione. Nello specifico l'89% delle donne e l'85% degli uomini che si sottopongono a un trattamento di fecondazione si dichiarano cattolici. Ma a questa dichiarazione, rileva l'Osservatorio, "si accompagnano atteggiamenti relativamente laici. Le coppie che si sono rivolte al centro privato di Bologna - risulta dalla ricerca - chiedono una regolamentazione da parte dello Stato rispettosa della libertà individuale, quindi prevalentemente tutela in termini di sicurezza, e non limitazioni delle scelte procreative individuali per quanto riguarda specificamente le tecniche".. (fonte ADNKronos e Cerco un bimbo)
Vediamo le principali novità delle nuove linee guida secondo quanto riportato da una nota del Ministero della Sanità:
1) La possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) viene estesa anche alla coppia in cui l’uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili, e in particolare del virus HIV e di quelli delle Epatiti B e C, riconoscendo che tali condizioni siano assimilabili ai casi di infertilità per i quali è concesso il ricorso alla PMA. In questi casi c’è infatti un elevato rischio di infezione per la madre e il feto conseguente a rapporti sessuali non protetti con il partner sieropositivo. Un rischio che, di fatto, preclude la possibilità di avere un figlio a queste coppie;
2) L’indicazione che ogni centro per la PMA debba assicurare la presenza di un adeguato sostegno psicologico alla coppia, predisponendo la possibilità di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore;
3) L’eliminazione dei commi delle precedenti linee guida che limitavano la possibilità di indagine a quella di tipo osservazionale e ciò a seguito delle recenti sentenze di diversi tribunali e in particolare di quella del TAR Lazio dell’ottobre 2007. Questa sentenza come è noto ha infatti annullato le linee guida precedenti proprio in questa parte, ritenendo tale limite non coerente con quanto disposto dalla legge 40. (dal
Corriere della Sera)

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