martedì 29 aprile 2008

V2-Day: un atto d'amore per l'informazione

Il secondo V-Day del 25 aprile scorso ha attaccato un'altra potente casta del nostro paese, in stretta simbiosi con quella politica. Si tratta dell'informazione, anzi della cattiva informazione. E' noto da tempo in tutto il Mondo che l'Italia è classificata da Reporters Sans Frontieres come paese parzialmente libero nel campo dell'informazione. Siamo al 35° posto (ne avevo già parlato in un altro post). Solo che questa notizia non è stata data dai nostri telegiornali!! Esiste una informazione di regime, manipolata e collusa con il potere politico, da cui attinge la linfa vitale di sostentamento grazie a generosi finanziamenti pubblici. Ne hanno già parlato in tanti, come Report, citando dati e numeri. Ma gli italiani non si sono scandalizzati. Ovviamente non si sputa nel piatto in cui si mangia; e così la reazione della stampa e della tv al V-Day è stata sconcertante. Si è dipinta la protesta come un attacco all'informazione, a tutto il giornalismo. Non è così. Lo sanno benissimo. Ma fa comodo dire certe cose. Repubblica si è distinta con un commento a firma di Francesco Merlo che si è lasciato andare a cose di questo tenore:
Grillo attacca i giornali perché non scrivono quel che vuole lui e come vuole lui. Non lo sa, ma il giornalismo, che come tutti i demagoghi italiani anch'egli vorrebbe abbattere, serve anche a mostrare la realtà che sta dietro il dito dell'inaudito. E dunque a segnalare che ieri a Torino la piazza era, come sempre in Italia, molto migliore di lui, nel senso che il malumore del suo "pubblico" non è solo l'umore andato a male di Grillo. E non soltanto perché lì, in mezzo a quei cinquantamila, c'è anche tanta gente che vorrebbe ancora divertirsi a vederlo recitare; gente che - dicono al Sud - lo "buffonia", lo prende in giro, gli fa credere d'esser lì per la sua sapienza politologica e invece è lì soltanto perché in piazza San Carlo non si paga il biglietto.
Questo Grillo invece crede di essere una somma di Totò e del professore Sartori, una specie di Sartori totoizzato, uno che prende drammaticamente sul serio la propria scienza politica. E invece tutto può fare Grillo tranne che saltare la propria ombra, che rimane l'ombra di un comico (in crisi). Due parole infine sulla lotta di liberazione contro i giornali che sarebbero fascisti, fogli di regime eccetera eccetera: roba per il vaffa. Tutti vedono che i giornali italiani sono un esempio di caotico pluralismo che produce più informazione di quanta si possa raccogliere e metabolizzare. Insomma in Italia c'è una sovrapproduzione di informazione che, in menti sciagurate e mediocri, produce ingorghi alluvionali. I casi sono due: o Grillo non riesce ad infilarsi in questo gorgo oppure, lì dentro, si ingolfa la sua intelligenza.
Se dunque non gli piacciono i mille giornali che lo raccontano in mille modi, tutti diversi da come egli vede se stesso, Grillo faccia lui un giornale che gli somigli di più, che sia specchio del suo narcisismo: un giornale che canta, insulta e sputa in aria.
Vediamolo questo giornalismo che canta, insulta e sputa. Sentiamo Travaglio che attacca l'informazione-spazzatura e difende il vero giornalismo: "E' importante difendere l'informazione ed i giornalisti che cercano di farla.... Questa giornata deve essere un atto d'amore per l'informazione e per i giornalisti che la danno! Dedichiamo questa giornata alla memoria di Biagi e Montanelli" Forse le cose non sono andate come le descrive Repubblica (e non solo). Ascoltiamo con le nostre orecchie, cosa è stato detto!



Dal blog di Beppe Grillo arrivano invece questi commenti.
Il V2-day è stato un successo perché quasi 500 piazze in Italia e all’estero hanno partecipato, perché sono state raccolte 1.300.000 firme in un giorno, perché 120.000 persone hanno ascoltato per sei ore in piedi sotto un caldo estivo economisti, ambientalisti, operai, matematici e anche Beppe Grillo. Ma il V2-day è stato un successo enorme, straordinario soprattutto per la reazione dell’informazione. Per il silenzio dell’informazione. Per la comicità dell’informazione con i telegiornali che hanno dedicato tre minuti all’orango Petronilla di Roma e neppure un secondo al V2-day. Cinque minuti allo squalo bianco della California e neppure un secondo a due milioni di persone che sostenevano un referendum popolare... Ragazzi, se non ci foste voi mi sentirei un po’ a disagio, un po' solo. Comincerei a pensare che il pazzo sono io. Che è giusto che un politico possieda tre televisioni nazionali. Che l’Italia sia considerata semilibera per l’informazione da istituti internazionali. Che in Parlamento ci siano 70 tra condannati, prescritti e rinviati a giudizio. Si, il pazzo sono io e lo siete anche voi che siete scesi in piazza in questo bellissimo, solare, 25 aprile.

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