sabato 7 giugno 2008

Piazza Tienanmen e Lhasa



In questi giorni c'è stata la ricorrenza della strage di Piazza Tienanmen. Il video che pubblico dice già molte cose. Altre le ha dette Terzani con le sue cronache che riprendo dal libro Asia.
"Sulla Piazza Tienanmen il comunismo cinese aveva avuto il suo più grande trionfo. su quella stessa piazza ha subito la sua più popolare e irreversibile sconfitta.... Nemmeno il lutto è possibile. Pechino, città occupata, ha perso anche il diritto di piangere. I giovani massacrati dall'esercito sono stati migliaia (i cinese non hanno mai reso pubblico un bilancio ufficiale delle vittime) ma i loro genitori, i fratelli, non osano nemmeno mettersi un bracciale nero per timore di essere identificati e arrestati dalle pattuglie di soldati che ora, lentamente, rastrellano i quartieri in cerca dei controrivoluzionari. In Cina questo è un crimine grave. La pena può anche essere la morte. "I ribelli devono arrendersi alle autorità. Quelli che cercano di sfuggire verranno puniti severissimamente. La popolazione deve collaborare e identificare i criminali".
Ehi, fermi tutti, queste parole le ho già sentite, pochi giorni fa. si che le ho sentite. Praticamente uguali. Sono passati 19 anni. I luoghi sono diversi. Il regime è lo stesso.

Lhasa, 16 marzo 2008: In attesa della scadenza dell'ultimatum di Pechino perchè i rivoltosi si consegnino senza condizioni, la polizia cinese sta setacciando tutte le case di una zona di Lhasa, nei pressi del Potala, dove il Dalai Lama ha vissuto prima di essere costretto ad andare in esilio49 anni fa. A mostrare le immagini della caccia all'uomo - mentre incittà sono entrati 200 veicoli militari, ognuno a bordo dei quali ha tra 40 e 60 soldati - è stata la televisione Hong Kong Cable.

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