venerdì 27 novembre 2009

Quello che le donne non dicono (a volte lo urlano)

Mi capita a volte di leggere il blog Rock&Gol di Benedetto Ferrara, un mix di calcio (fede viola) e di musica. D'altra parte scrive di sport su Repubblica e manda avanti un programma cult su Controradio il lunedi notte. La generazione è la mia. I luoghi anche. E quindi mi ritrovo spesso in quello che scrive. Mi è piaciuto questo pezzo tratto al post "Eroi (just for one day)" e lo riporto qui per condividerlo con chi mi sta leggendo.
Quello che le donne non dicono (a volte lo urlano)
Vi devo confessare che a me i pettegolezzi non piacciono. Mi danno un senso di nausea esistenziale (sì, lo so, devo avere sbagliato mestiere)...... Vabbè. Comunque io e Giovanni eravamo seduti accanto a due tipe che parlavano ad alta voce. Non c’era modo di non sentire, a meno che uno non avesse deciso di infilarsi nelle orecchie le cuffie dell’i-pod con un pezzo dei black sabbath. Insomma, sentivano tutti. Ecco una brevissima parte del testo.
Lei: ma tu capisci cosa voglio dire?

L’altra: certo, ma prova a capire anche lui.
Lei: ma capire cosa? Lo vedi Paolino come si è ridotto. E’ pigro, ha una faccia che lo prenderesti a schiaffi tute le mattine.
L’altra: sì, ma cerca di capirlo, magari è un momento difficile. Vuoi che ci parli io?
Lei: Ma no, ci parlo io, sono la moglie e cerco di aiutarlo come posso, anche se io uno cialtrone come lui non l’ho mai conosciuto.
L’altra (provando a sdrammatizzare): Sì, ma dai, Paolino è sempre stato prigro, cialtrone ed egoista, anche prima che tu lo sposassi, e lo sapevi benissimo…
Lei: si, certo, ma che c’entra: si può cambiare, no? Per me, comunque, era chiaro che sarebbe dovuto cambiare.
Fine.
Vi faccio una domanda: secondo voi sbaglia Paolino a non diventare come vuole la moglie, sbaglia la moglie a pretendere che Paolino diventi come sognava lei, sbaglia l’amica a non ammettere di essere sempre stata innamorata di Paolino? Mah. Diciamo che Paolino da oggi può denunciare la moglie per violazione della Privacy (le mancava solo il megafono). Io, dopo aver fondato il comitato Forza Paolino, mi permetto affettuosamente di dire al tipo (che ovviamente ha un altro nome) che forse l’idea di darsi una mossa non sarebbe male. Per se stesso, dico, mica per il suo ufficio stampa ambulante con la fede al dito. (si scherza eh)
Altro.
La mia città.
Quando devo decidere se andare a vivere e lavorare altrove o restare più o meno allucchettato qui, per riflettere bene scelgo un punto di vista di quelli talmente ovvi che non ci pensiamo quasi più. Così sono tornato agli Uffizi e dopo una visita appassionata (è come rileggere un libro negli anni, scopri sempre emozioni e cose nuove) ho guardato la mia città da lassù. Roba da inchinarsi dalla commozione. Pazzesco aggirarsi tra capolavori dell’arte e uscire per trovare un capolavoro vivo come la mia città. Forse basterebbe davvero poco per fare di questo capovaloro qualcosa di più di un cumulo di aggettivi superlativi da turismo fast food. Chi viene qui dovrebbe solo sognare di poterci restare il più possibile, non stare qui 10 ore di cui 6 nelle pelletterie di Santa Croce (tristezza).
Ps: l’allestimento degli shop degli Uffizi fanno molto aeroporto di Bengasi (voli nazionali, però). Tra l’altro vendono anche il vino e foulard di Ferragamo che hanno l’aria di essere appesi lì dal 76. Manca solo una pizzeria a taglio. Mah.
Il ringambo
Ringambare è un verbo fiorentino. Simpatico. E onomatopeico, direi. Beh, ringambo anche io. Ed è una sofferenza, perché solo chi corre (più o meno seriamente) sa cosa vuol dire rinunciare. Una sconfitta. Però, leggendo l’arte di correre di Murakami (più utile alla scrittura che alla corsa), ho preso atto del fatto che arriva sempre una maratona sbagliata, presa sottogamba, quella che arrivi in fondo trascinandoti, coi crampi e tutto il resto......

Quindi, la coscienza è a posto e adesso quindi posso dire ai miei amici che non la faccio perché non posso ma che se l’avessi fatta avrei di sicuro battuto il mio record. Già. Siamo uomini. E bambini forever. Non c’è verso. Ma non affrontate mai l’argomento con la moglie di Paolino, mi raccomando.
Intanto parto per Berlino. In ritardo di 20 anni. Baci e alla prossima. Vostro affezionato b.

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